L’introduzione delle nuove normative indicate nel Decreto Sviluppo bis (denominato “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”), prevede anche un contratto base Rca uguale per tutte le compagnie. Si vorrebbe, quindi, eliminare le differenze tra le diverse proposte assicurative, con la finalità di avvantaggiare la comparazione e facilitare i consumatori nella scelta della polizza. Probabilmente, aggiungiamo noi, si tratta anche di favorire quei soggetti nuovi (le banche) che non sono così competenti come gli agenti o gli intermediari assicurativi di mestiere.

A questa uniformazione verso uno standard fisso del contratto Rca, l’Ania – che sarebbe l’associazione delle imprese assicurative simile alla Confindustria di settore – ribadisce il parere negativo, apportando varie obiezioni. Nelle parole del presidente Aldo Minnucci è facile intuire che la reazione delle compagnie a questa disposizione, si risolverebbe in un ulteriore aumento dei costi: “Altre disposizioni del Decreto, invece, sollevano diverse perplessità. Mi riferisco, innanzitutto, alla misura che impone un contratto base RC Auto con clausole comuni che le imprese devono offrire al consumatore, anche via internet, ferma restando la libera determinazione del prezzo. Per favorire la comparazione di prodotti diversi – obiettivo condivisibile – si rischia infatti di violare l’autonomia, in materia di offerta contrattuale, sancita per le imprese di assicurazione dai principi comunitari. È come se si imponesse a tutte le case automobilistiche di produrre una vettura base di cilindrata prefissata e con le stesse caratteristiche.

In ogni caso, se la norma rimanesse così, riteniamo che dovrebbe essere abrogata almeno la previsione, introdotta dall’articolo 34 del decreto legge n. 1/2012 convertito in legge n. 27/2012, di offrire al cliente tre preventivi al momento della stipula del contratto, in quanto la polizza base assolverebbe gli obblighi di confronto e informazione. Per favorire ulteriormente il confronto sui prezzi praticati dalle imprese, sarebbe opportuno valorizzare il Preventivatore pubblico istituito presso l’IVASS, la cui funzionalità è oggi limitata da problemi tecnologici, peraltro risolvibili. Il Preventivatore pubblico dovrebbe infatti rispondere in tempo reale alle richieste dei consumatori e potrebbe essere lo strumento ideale per effettuare il confronto sui prezzi offerti dalle imprese sul contratto base r.c. Auto.

Vi è poi il delicato problema se l’offerta delle imprese debba avere solo carattere informativo o, invece, debba essere intesa come obbligo di concludere il contratto via Internet. In quest’ultimo caso, si potrebbe assistere a significativi fenomeni di disintermediazione a danno delle reti distributive tradizionali.

L’Ania, dunque, rimane contraria all’imposizione di collaborazione tra gli intermediari (brokers, agenzie, banche, poste, ecc.), principalmente perché si tratta di imprese private, che quindi reclamano un’autonomia commerciale nella negoziazione e nella vendita. Il “no” dell’Ania viene giustificato con la previsione di una conseguenza dell’ampliamento orizzontale degli operatori concorrenti, che porterebbe verso un aumento dei costi a carico degli assicurati.

L’opposizione delle società d’assicurazione verso la conversione in legge di questo decreto, si attenua ad una condizione: cercare di limitare l’applicazione di tali normative soltanto ai nuovi contratti, mentre i rinnovi resterebbero esclusi da tali prescrizioni. In pratica si punta alla notoria pigrizia degli assicurati italiani che permangono con la stessa compagnia per evitare l’impegno ed i grattacapi di un tentativo di comprendere come funzionano le polizze assicurative, – e si cerca di salvaguardare almeno l’ambito redditizio dei rinnovi.

Secondo noi di RCAiUTO, l’accordo migliore dovrebbe riguardare l’introduzione di poche caratteristiche fondamentali obbligatorie in tutti i contratti RCA – con l’obiettivo di evitare che i cavilli determinino enormi differenze di copertura e scarsa comprensibilità dei termini contrattuali -, così che alle compagnie resterebbe la libertà di differenziare le proposte intervenendo sulla definizione dei prezzi, sulle condizioni e sull’allargamento delle coperture. Insomma il rispetto di norme base da parte di tutte le compagnie (invece della giungla delle sofisticate varianti contrattuali), con la possibilità di migliorare le proposte in polizza ed i prezzi applicati. Così si renderebbe più chiaro il raffronto tra le varie proposte RC Auto, mentre le compagnie non perderebbero l’autonomia nelle azioni commerciali e nella competitività.

Alla consueta concorrenza delle società assicurative italiane e a quelle estere autorizzate dall’Isvap, si sono aggiunti di recente anche gli istituti bancari, che hanno incorporato tra i servizi offerti anche le polizze RC Auto.

Le compagnie assicurative, attraverso l’Ania, hanno mostrato le loro perplessità, dimostrando di non aver proprio gradito l’ingresso nel mercato assicurativo da parte di soggetti economici storicamente orientati al credito. L’Ania – che è una sorta di confindustria delle assicurazioni – ha ribadito di voler fare chiarezza sulla trasparenza informativa e la completezza delle offerte e delle tariffe. Il sindacato nazionale degli agenti assicurativi, inoltre, ha rincarato la dose lanciando l’allarme sulla competenza degli operatori di sportelli bancari circa le normative e le possibilità di applicazione delle coperture, a differenza degli agenti, dei brokers e degli insurance adivisors che hanno una formazione e un’esperienza sul campo concretamente migliore.

Tra le banche che attualmente propongono polizze RC Auto sono presenti la Carige, Intesa San Paolo, Axa-Monte Paschi, Banca Popolare di Milano, Banca Sella e Deutsche Bank. La sottoscrizione delle polizze viene offerta ai clienti correntisti come un pacchetto di servizi sia bancari che assicurativi, tuttavia a conti fatti non propone particolari scontistiche tali da sconvolgere il mercato per ribassamento dei prezzi. Ma se non è per il costo cos’è che attrae la clientela all’acquisto delle polizze RCA in banca? La prima risposta risiede, con molte probabilità, nella scarsa cultura assicurativa degli italiani che si soffermano alla basilare obbligatorietà del tagliando. Un’altra ragione rientra nella possibilità di vedersi rateizzare mensilmente il costo della polizza, che illusoriamente fa avvertire il peso dell’esborso come minore (eppure ci sono già varie offerte delle compagnie assicurative che permettono di dilazionare il pagamento, ad esempio Genertel lo prevede con la sottoscrizione della Carta di Credito Visa Genertel, a tasso zero ed al costo dell’imposta di bollo di 14,62€). Un ulteriore vantaggio può essere individuato nella distribuzione di qualche buono benzina, ma per il resto (e quello che avviene dal momento della stipula in poi… è quasi tutto) non si vedono motivi convenienti per aderire ai contratti RCA delle banche.

Uno studio dell’Osservatore Finanziario, conferma che l’inserimento degli istituti bancari nel mercato assicurativo è motivato dall’esigenza di variare le offerte commerciali poiché i profitti derivanti dalle operazioni tradizionali delle banche non sono più redditizi. Sarà anche per questo che tanto si discute del contratto RC base, che livellerebbe le offerte assicurative ad un prodotto omogeneo? Per le banche l’assicurazione è una merce da supermercato?

Le risorse online o le compravendite con le agenzie assicurative, risultano dunque più convenienti da molti punti di vista, sia economico che rispetto alla costituzione della polizza stessa, perché accompagnato da essenziali parametri di qualità. Non è da sottovalutare, quindi, l’opportunità della consulenza (che RCAiUTO offre gratuitamente), per ricevere consigli e fare chiarezza sugli elementi problematici e le condizioni di ogni cliente e per ogni polizza.

Nonostante i numeri non siano eccezionali, il ricorso ad un’assicurazione straniera per cercare di ridimensionare i costi delle polizze RC Auto è un fenomeno in crescita.

In un mercato libero, questa tendenza è legittima e potrebbe addirittura apportare dei benefici in termini di concorrenza e di bilanciamento dei prezzi. Eppure vi sono vari aspetti da tener presente, prima di affidarsi all’opzione RCA estera.

Innanzitutto bisogna considerare i motivi fondamentali di tale scelta, perché la ricerca di una polizza estera è impegnativa e quindi probabilmente uno sforzo meglio orientato sulle compagnie nazionali potrebbe rivelarsi altrettanto soddisfacente. Le ragioni economiche che puntano a sfuggire alla stretta fiscale, inoltre, è un dettaglio importante ma attenzione a porlo su una condizione primaria, se si vuole fare una scelta davvero oculata. Un ulteriore aspetto risiede anche nelle tematiche etiche e sociopolitiche di favorire una società assicuratrice estera sottraendo liquidità al mercato nazionale (ma qui l’interesse personale – o questioni subordinate a carattere economico che non possiamo affrontare qui – hanno molte chanches di prevalere). Anche in caso di un conveniente acquisto dell’auto all’estero, quello che conta non è il luogo di appartenenza della compagnia che stipula la polizza RCA ma il territorio di competenza.

Il punto fondamentale, infatti, che non può essere eluso e che richiede la massima accortezza, è la condizione di legalità della compagnia. Sapendo che non è difficile imbattersi in una compagnia falsa, affinché un’assicurazione estera sia affidabile deve essere autorizzata ad operare sul territorio italiano dall’Isvap (che sarà Ivass dal 2013). Al permesso rilasciato dall’istituto di vigilanza assicurativa, conseguono un adeguamento alle norme, alle condizioni vigenti ed ai massimali previsti in Italia, oltre ad un tariffario idoneo alle diverse condizioni che potranno essere applicate nelle diverse province. Le compagnie in regola più importanti sono note, ad esempio è molto frequente incontrare assicurati Allianz, Axa, Zurich, Helvetia, Nationale Suisse e Donau.

Se invece la compagnia estera non è abilitata, qualsiasi sia l’offerta assicurativa ed il costo del premio, la polizza non è valida. Anche giocare sulla residenza del contraente potrebbe portare alla conseguenza di una multa di oltre 3.000€ o alla confisca del veicolo, se non vi sono i requisiti legislativi minimi della compagnia straniera.

Quindi se le scelte cadono su una RCA estera raccomandiamo di avere la massima cautela e, soprattutto, di evitare le compagnie assicurative che elenchiamo, perché non sono incluse nella lista dell’Isvap:

  • ABL International Ltd Assicurazioni
  • Aalp autotempo
  • Albsig italia
  • Allstate insurance
  • Arcalis Assicurazioni
  • Aska Insurance
  • Ayala insurance mib
  • Axa belgium sa
  • Capital Assicurazioni Spa
  • Capital Insurance Services LLC
  • Cat Assicurazione
  • Clements global insurance solutions
  • Corona insurance
  • Daniel’s Insurance
  • Daniel’s European Group Limited
  • Decofin insurance
  • Dna insurance service ltd
  • Dna insurance
  • Egida
  • Fin planet s.p.a.
  • Fomo assicurazioni
  • Generali versicherung ag
  • Generalstar
  • Jeremy Burgess Assicurazioni
  • Haifa insurance
  • Hdi direkt versicherung ag
  • Icp – ocean transport insurance mutual
  • Insurance company euroins ad.
  • London General Insurance Company S.A
  • London & edimburgh insurance co. Ltd
  • Meraini assurances
  • Pamia Limited Assicurazioni
  • Saigon Insurance
  • Saigon European Group Limited
  • Scozia insurance
  • S.C. Asirom Vienna Insurance Group S.A.
  • S.c. Carpatica asig S.A.
  • S.c. De asigurare-reasigurare astra S.A.
  • S.c. Euroins romania asigurare reasigurare S.A.
  • Skandia insurance
  • Soyer & mamet agency finance insurance of bruxelles in europe
  • Swisslife – assurances de biens
  • Yesinsurance services limited
  • http://www.assicurazionecat.hostoi.com

Prima di trarre un bilancio conclusivo dell’anno in corso, vediamo quali novità sono in via di definizione per il 2013. Di alcune novità avevamo già anticipato i possibili sviluppi (l’abolizione delle province, l’esclusione della clausola tacito rinnovo e il rimborso diretto), ma il 2013 potrebbe portare anche altre novità molto interessanti.

Innanzitutto la costituzione di un nuovo organo di vigilanza che sostituirà le attività dell’attuale Isvap, incorporando anche le mansioni della Covip sulla vigilanza sul risparmio gestito: si tratta dell’Ivass, istituto della vigilanza assicurativa che dipenderà direttamente dalla Banca d’Italia.

L’ambito operativo riguardo alle frodi e alle truffe, finora svolto con puntualità sotto la direzione di Giancarlo Giannini, potrebbe essere destinato all’Agenzia Antifrode, che dovrebbe essere attivata entro il 2013. Anche l’Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicurative) – tramite le parole del presidente Minnucci – concorda sull’importanza di avere un organo pubblico finanziato dalle compagnie di settore e dotato di poteri investigativi.

Per l’RC Auto, si tratta di ipotesi particolarmente incisive sia nel rapporto tra le compagnie assicurative, sia per l’efficacia nella ricerca delle false assicurazioni e delle truffe sui sinistri. L’Ivass sarà l’organo di riferimento per interloquire sulle azioni comuni che le società assicurative intraprenderanno, mentre l’azione specifica antifrode verrà affidata ad un organo esclusivamente concentrato su questi obiettivi. Sono entrambi temi che lasciano ampi spiragli per una gestione corretta ed un miglioramento sul piano economico, perché l’incremento delle tariffe RCA negli ultimi 15 anni risulta attualmente insostenibile. Il problema degli indennizzi gonfiati o truffaldini rende necessario un impegno mirato ed efficace, perché costituisce la causa primaria dell’alto costo delle polizze.

Sperando che la collaborazione tra le istituzioni e le compagnie dia buoni frutti, i passi successivi porterebbero all’introduzione di alcune soluzioni tecniche che per il momento sono in fase di discussione: il tagliando elettronico (che può essere verificato da apparecchiature come l’autovelox grazie all’impianto digitale) e l’installazione di serie della scatola nera (che rileva i dati sui movimenti della vettura e rende impossibile la falsificazione dei sinistri).

Le finalità, dunque, sono apprezzabili ma ad una condizione: che non pesino ulteriormente sulle tasche degli assicurati.

Innanzitutto è bene sapere che cos’è la franchigia, che sinteticamente può essere definita come l’importo fisso che rimane a carico dell’assicurato nell’eventualità di un sinistro con colpa. Questo importo fisso viene specificato in fase precontrattuale con la finalità di ricevere uno sconto sul costo della polizza, dato che la compagnia assicurativa garantisce ugualmente la copertura RCA fino al massimale previsto (minimo 5 milioni di € da quest’anno), ma il cliente accetta di pagare una parte dell’ipotetica liquidazione di un danno provocato con un incidente.

La cifra viene fissata su espressa indicazione del cliente e parte da un minimo di 150€. Se, ad esempio, l’assicurato ha una franchigia da 300€ e con un tamponamento produce un danno di 2.000€, la compagnia liquiderà il danno per intero per poi rivalersi sul cliente in modo da recuperare l’importo della franchigia stabilita nel contratto della polizza RCA, quindi chiederà – in questo caso – il pagamento di una quietanza di 300€.

La convenienza della franchigia è valutabile, nei singoli casi, dalla quantità di sconto che si riesce ad ottenere, perché varia sensibilmente in base alle condizioni dell’assicurato e dai criteri delle diverse compagnie. In linea generale è un’opzione che non trova unanime condivisione, dato che la compartecipazione al rischio stabilisce un ipotetico pagamento per l’assicurato, mentre il senso di avere una copertura assicurativa RCA va nella direzione di una tutela in caso di danno già tradotta nel corrispettivo di un premio. C’è da considerare, però, che l’obbligatorietà della polizza prevede l’intervento della compagnia assicurativa per garantire legalità nella circolazione stradale e rimborsi su eventuali sinistri anche moto gravi, quindi una cifra bassa di poche centinaia di euro possono rappresentare un buon compromesso se il contenimento dei costi è efficace.

In fondo si tratta di confidare sull’attenzione e la correttezza di guida ed assumersi una piccola parte di responsabilità se dovesse capitare un inconveniente imprevedibile, mentre vedersi ridurre i costi RCA è un obiettivo raggiungibile con certezza.

La nuova disposizione è stata introdotta con l’Art. 170-bis del decreto legge del 18 ottobre 2012, variando il codice delle assicurazioni private per quanto riguarda il rinnovo delle polizze RCA. Dunque a partire dal 1 gennaio 2013, tutte le compagnie si allineano alle procedure già adottate dalle assicurazioni telefoniche ed online, in modo da uniformare la materia del tacito rinnovo dei contratti assicurativi, che alla scadenza nel corso del prossimo anno sarà escluso. Non ci saranno più i 15 giorni di copertura e la polizza scadrà inesorabilmente alla cadenza annuale, senza proroghe e nessuna scusante per i ritardatari.

L’abolizione della clausola di tacito rinnovo vale per tutti i veicoli a motore ed i natanti soggetti al contratto obbligatorio della responsabilità civile, facendo decadere la precedente regola del silenzio-assenso. Dal 2013 ogni rinnovo di polizza avrà bisogno dell’esplicito consenso dell’assicurato, mentre per il cambio di compagnia non sarà più necessario l’invio della disdetta con raccomandata.

Questo allentamento dei vincoli verso la propria compagnia assicurativa dovrebbe portare ad una maggiore concorrenza e quindi ad un abbassamento dei costi per i contratti RC. D’altro canto, però, sarà molto importante evitare di giungere a ridosso della scadenza senza aver già predisposto l’ipotesi di una nuova polizza, perché i controlli delle forze dell’ordine – se dovessero accertare la mancanza di copertura – determinerebbero il sequestro del veicolo ed una multa da un minimo di 779€ fino a 3119€.

Un’evidenza statistica molto chiara, pone alcuni dubbi sulla rilevazione dell’alea di rischio nelle polizze Rca, specificamente per i cittadini stranieri, che si trovano ad affrontare maggiori costi rispetto agli italiani.

Tra i fattori umani che influenzano i parametri economici della Rca, ci sono dati che si appoggiano a calcoli statistici, anche se talvolta rimangono legati a fattori che richiamano più ad un opinione che ad un risultato di calcolo, e quindi sono passibili di forte critica. È ovvio che qualsiasi dettaglio può essere oggetto di statistica, eppure per le compagnie di assicurazione alcune variabili vengono amplificate da pregiudizi oltre che dalla realtà dei fatti. Le discriminanti più importanti nella costruzione di una polizza assicurativa, sono la provincia di residenza, l’età, il sesso d’appartenenza e l’etnia d’origine.

Proprio riguardo agli extracomunitari, si aggiunge una ulteriore misura aggravante motivata forse da una scarsa fiducia o dal fatto di potersi rivalere economicamente con più difficoltà rispetto ad un ipotetica necessità analoga per un cittadino italiano. In ogni caso ne risulta un atteggiamento ai limiti della legittimazione legale, come conferma il Testo Unico sull’Immigrazione all’Art. 43, che vieta esplicitamente di impostare il trattamento economico su basi etniche o di nazionalità. Leggiamo infatti «compie un atto di discriminazione chiunque imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire beni o servizi offerti al pubblico ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero, o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità».

Nel caso in cui i cittadini stranieri acquisiscano la cittadinanza italiana, – con uguali parametri d’assunzione – vedrebbero di colpo migliorare le condizioni economiche delle tariffazioni Rca, a dimostrazione di una palese incongruenza nelle valutazioni che le compagnie di assicurazioni potrebbero applicare.

Dunque rimane determinante la capacità di negoziazione, per la quale potete contare sulle vostre forze oppure affidarvi alle consulenze e convenzioni RCAiUTO, avvantaggiate dal fatto che le agenzie plurimandatarie possono avvalersi di un campo d’azione più ampio per le transazioni e aprire trattative con molte compagnie assicurative contemporaneamente.

Una scelta molto importante per chi non usa la le “due ruote” per tutto l’anno ma predilige spostarsi con l’auto durante i mesi invernali e magari aspettare le più invitanti giornate primaverili per riprendere la moto, è la sospensione della copertura assicurativa.

Questa possibilità di sospendere l’assicurazione dovrebbe essere tenuta in considerazione anche da coloro che non fanno un utilizzo stagionale del mezzo ma che prevedono periodi di inutilizzoanche brevi – per vacanze, per condizioni meteo particolari (gelo e neve su Alpi e Appennini), per motivi di lavoro o trasferimenti, per ragioni personali, ecc.

È sufficiente richiedere l’inserimento di una clausola contrattuale che prevede la sospensione e la riattivazione della copertura assicurativa, a seconda dell’effettivo utilizzo di moto o scooter. In pratica non è altro che uno “stand-by” che allunga il periodo di validità dell’Rc, che ai 12 mesi contrattuali determina una (o più) proroghe pari ai mesi di contratto non goduto con il veicolo fermo.

Le condizioni indicate dalle compagnie assicurative non sono completamente omogenee e alcune differenze potrebbero risultare importanti riguardo ai periodi minimi di sospensione o per i costi delle operazioni di sospensioni e riattivazioni, comunque in linea generale la riattivazione dovrebbe avvenire entro un anno e non è mai possibile sospendere la copertura in caso di furto. Altra precisazione importante riguarda l’attestato di rischio che non presenta alcuna problematica legata a questa pratica e quindi conserva intatta la sua validità.

Dopo aver sottoscritto un contratto assicurativo con possibilità di sospensione, il possessore di moto o scooter non deve far altro che comunicare alla compagnia (per iscritto o telefonicamente a seconda delle indicazioni ricevute) la data a partire dalla quale si vuole interrompere la copertura del veicolo, per poi riavviarla insieme alla nuova decisione di riprendere a circolare.

Questa opportunità permette senz’altro di sfruttare appieno i 12 mesi di assicurazione, anche dilazionandola in un tempo che supera di molto l’annualità prevista normalmente, inoltre rinviare la scadenza significa anche economicizzare sui costi, perché si paga in base all’effettiva circolazione.

In questi anni di recessione economica, la tendenza a razionalizzare le risorse economiche a disposizione di ogni cittadino si riversa nel comparto auto. Oltre al flop clamoroso nella produzione dei veicoli, c’è un altro aspetto meno valutato ma sempre più frequente: lo stop forzato di quasi 4 milioni di automobili all’anno (circa il 12% del totale).

Questa scelta indesiderata ma indispensabile nella ricerca di contenimento dei costi, è causata dagli elevati costi di gestione del mezzo. In particolar modo pesa l’importo sempre crescente della Rca.

Dunque i tagli alla spesa delle famiglie incidono negativamente sul mercato assicurativo, già condizionato dal forte calo delle immatricolazioni di autoveicoli nuovi e penalizzato dalla circolazione di oltre 3 milioni di auto prive di regolare polizza assicurativa.

In una situazione di forti criticità come questa, le compagnie sembrano mostrare una sorta di staticità in attesa che la situazione volga al meglio, mentre gli assicurati manifestano malumori legittimi, anche se accompagnati da una certa pigrizia che li induce ad accettare lo status quo oppure a tenere l’auto definitivamente parcheggiata in uno spazio privato.

Naturalmente alcuni spiragli sono sempre presenti ed è necessario studiare i dettagli contenuti nei fascicoli informativi delle varie compagnie di assicurazione (chilometraggio, promozioni particolari sul conducente o sulla marca della vettura, convenzioni commerciali con enti o per professione, sospendibilità, ecc.). La comparazione, allora, è un metodo essenziale per affrontare una ricerca che vuole essere puntuale e vantaggiosa, ma il minimo sforzo dell’utilizzo dei preventivatori online non è sufficiente. Servizi di intermediazione e di consulenza come il nostro, permettono di risparmiare tempo e soprattutto abbattere i costi senza dover rinunciare all’auto.

A voi la scelta.

L’abolizione di alcune province (quelle con meno di 350mila abitanti o meno estese di 2500 km quadrati) viene introdotta con lo scopo di diminuire le spese del settore pubblico e vedremo nei fatti concreti se non inciderà negativamente sull’organizzazione quotidiana della vita dei cittadini interessati al cambiamento.

Cosa cambierà riguardo alla RC Auto?

Il riassetto prevede anche l’introduzione di 50 città metropolitane, cioè verranno inglobate in tali aree anche i comuni limitrofi, presupponendo che i legami commerciali, lavorativi e soprattutto di viabilità, indurranno le compagnie assicurative a considerare le zone limitrofe dei grandi centri urbani assimilabili dal punto di vista della rischiosità. E dunque dei costi.

È necessario, da parte degli utenti, riconsiderare più che mai i parametri comparativi tra i calcoli tariffari che le società d’assicurazione offriranno, cercando di trarre profitto dalla differenziazione delle opzioni proposte dalle diverse assicurazioni. Come di consueto è lecito presupporre che dal web possano sorgere le occasioni migliori per risparmiare, ma non tralasciate il consiglio di usufruire di consulenze (gratuite, come la nostra) per effettuare l’acquisto migliore.

Le 10 macro-aree metropolitane riguardano le città di Roma, Milano, Venezia, Genova, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Napoli, e Reggio Calabria. La forte frequenza di sinistri di alcune province, in particolar modo al sud, potrebbe aggravare le condizioni già sfavorevoli per gli assicurati. Ma i ritocchi potrebbero gravare su tutte le polizze stipulabili nel territorio esteso dei grandi centri urbani, soprattutto se l’Isvap (o il nuovo Ivass) non sarà in grado di vigilare e frenare i rincari previsti a partire dal 2013.

La RCA è diventata sempre più un problema nel corso degli ultimi anni. La CGIA di Mestre, facendo un calcolo medio sui costi assicurativi del triennio 2008/2010, ha fornito un dato di spesa di 522 euro (ripetiamo: costo medio per ogni veicolo, quindi include auto, moto, scooter, autocarri, auto elettriche, ciclomotori, ecc.). Questi dati già allarmanti, sono stati aggravati ulteriormente dal 2011 ad oggi, da aumenti sulla fiscalità e da rincari attribuiti dalle compagnie assicurative, che incidono dal 6% fino al 19% per neopatentati, cittadini stranieri e categorie più a rischio. Se aggiungiamo questa spesa media di 78 euro ai 522 dell’anno precedente, è possibile fissare la stima di costo medio per italiano a 600 euro annui, per le auto si arriva a toccare la cifra di 1320 euro. Recentemente, la Federconsumatori ha reso pubblica una tabellache espone la cruda evidenza degli aumenti delle tariffe, sinteticamente espressa in un numero: 98% in più dal 2001 ad oggi.

Il decreto delle liberalizzazioni non ha risolto né alleviato queste problematiche. Gli incidenti sono diminuiti del 22%. Eppure continuiamo a sentire che l’eccessivo costo delle polizze è dovuto alle spese sostenute dalle compagnie per i risarcimenti delle lesioni personali (tipo il colpo di frusta, una casistica per la quale l’Italia è davvero campione del mondo), oppure imputabile alla compensazione di numerose frodi che finiscono per penalizzare tutti. Certamente queste condizioni peggiorano le stime tariffarie delle società di assicurazioni che operano sul territorio italiano, ed è una realtà che richiederebbe strategie e approcci diversi da parte delle compagnie (ne riparleremo).

Ma senza dubbio c’è un altro aspetto sul quale vale la pena di soffermarsi. Come possono esercitare una reale e aperta concorrenza agenzie che di solito sono impiantate sul territorio e si ripartiscono i clienti su uno schema fisico basato sulla residenza degli assicurati?

Vediamo infatti che le risorse online stanno rimontando sempre più competitività rispetto alle agenzie tradizionali. Molte compagnie hanno un sito internet oppure operano esclusivamente online ed a telefono, ma non si può pretendere che consulenti legati ad un marchio assicurativo possano presentare varie alternative favorevoli.. Un’altra alternativa è rappresentata dai preventivatori comparativi, che però, elaborando freddamente solo pochi dati, quasi mai hanno una corrispondenza diretta con i preventivi fatti singolarmente con ogni compagnia. Pur fornendo un servizio analogo nell’erogazione delle coperture assicurative, quindi, mancano nell’essenziale supporto umano di consulenza.

RCAiUTO può contribuire a realizzare polizze ben impostate e costruite su bisogni e parametri che sono qualitativamente diversi per ogni persona. Ma c’è di più: disporre delle migliori condizioni di mercato in libera concorrenza, vuol dire tener presente l’intero panorama delle offerte assicurative e richiede riferimenti ad agenzie plurimandatarie. Ecco perché pensiamo di potervi proporre i migliori preventivi. Ad ognuno la sua soluzione.