L’introduzione delle nuove normative indicate nel Decreto Sviluppo bis (denominato “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”), prevede anche un contratto base Rca uguale per tutte le compagnie. Si vorrebbe, quindi, eliminare le differenze tra le diverse proposte assicurative, con la finalità di avvantaggiare la comparazione e facilitare i consumatori nella scelta della polizza. Probabilmente, aggiungiamo noi, si tratta anche di favorire quei soggetti nuovi (le banche) che non sono così competenti come gli agenti o gli intermediari assicurativi di mestiere.
A questa uniformazione verso uno standard fisso del contratto Rca, l’Ania – che sarebbe l’associazione delle imprese assicurative simile alla Confindustria di settore – ribadisce il parere negativo, apportando varie obiezioni. Nelle parole del presidente Aldo Minnucci è facile intuire che la reazione delle compagnie a questa disposizione, si risolverebbe in un ulteriore aumento dei costi: “Altre disposizioni del Decreto, invece, sollevano diverse perplessità. Mi riferisco, innanzitutto, alla misura che impone un contratto base RC Auto con clausole comuni che le imprese devono offrire al consumatore, anche via internet, ferma restando la libera determinazione del prezzo. Per favorire la comparazione di prodotti diversi – obiettivo condivisibile – si rischia infatti di violare l’autonomia, in materia di offerta contrattuale, sancita per le imprese di assicurazione dai principi comunitari. È come se si imponesse a tutte le case automobilistiche di produrre una vettura base di cilindrata prefissata e con le stesse caratteristiche.
In ogni caso, se la norma rimanesse così, riteniamo che dovrebbe essere abrogata almeno la previsione, introdotta dall’articolo 34 del decreto legge n. 1/2012 convertito in legge n. 27/2012, di offrire al cliente tre preventivi al momento della stipula del contratto, in quanto la polizza base assolverebbe gli obblighi di confronto e informazione. Per favorire ulteriormente il confronto sui prezzi praticati dalle imprese, sarebbe opportuno valorizzare il Preventivatore pubblico istituito presso l’IVASS, la cui funzionalità è oggi limitata da problemi tecnologici, peraltro risolvibili. Il Preventivatore pubblico dovrebbe infatti rispondere in tempo reale alle richieste dei consumatori e potrebbe essere lo strumento ideale per effettuare il confronto sui prezzi offerti dalle imprese sul contratto base r.c. Auto.
Vi è poi il delicato problema se l’offerta delle imprese debba avere solo carattere informativo o, invece, debba essere intesa come obbligo di concludere il contratto via Internet. In quest’ultimo caso, si potrebbe assistere a significativi fenomeni di disintermediazione a danno delle reti distributive tradizionali.
L’Ania, dunque, rimane contraria all’imposizione di collaborazione tra gli intermediari (brokers, agenzie, banche, poste, ecc.), principalmente perché si tratta di imprese private, che quindi reclamano un’autonomia commerciale nella negoziazione e nella vendita. Il “no” dell’Ania viene giustificato con la previsione di una conseguenza dell’ampliamento orizzontale degli operatori concorrenti, che porterebbe verso un aumento dei costi a carico degli assicurati.
L’opposizione delle società d’assicurazione verso la conversione in legge di questo decreto, si attenua ad una condizione: cercare di limitare l’applicazione di tali normative soltanto ai nuovi contratti, mentre i rinnovi resterebbero esclusi da tali prescrizioni. In pratica si punta alla notoria pigrizia degli assicurati italiani che permangono con la stessa compagnia per evitare l’impegno ed i grattacapi di un tentativo di comprendere come funzionano le polizze assicurative, – e si cerca di salvaguardare almeno l’ambito redditizio dei rinnovi.
Secondo noi di RCAiUTO, l’accordo migliore dovrebbe riguardare l’introduzione di poche caratteristiche fondamentali obbligatorie in tutti i contratti RCA – con l’obiettivo di evitare che i cavilli determinino enormi differenze di copertura e scarsa comprensibilità dei termini contrattuali -, così che alle compagnie resterebbe la libertà di differenziare le proposte intervenendo sulla definizione dei prezzi, sulle condizioni e sull’allargamento delle coperture. Insomma il rispetto di norme base da parte di tutte le compagnie (invece della giungla delle sofisticate varianti contrattuali), con la possibilità di migliorare le proposte in polizza ed i prezzi applicati. Così si renderebbe più chiaro il raffronto tra le varie proposte RC Auto, mentre le compagnie non perderebbero l’autonomia nelle azioni commerciali e nella competitività.